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Poesie in dialetto milanese di Carlo Porta coll’aggiunta d’una comi-tragedia scritta dal medesimo di compagnia con Tommaso Grossi. Tomo primo [Tomo secondo] Milano, per Vincenzo Ferrario, 1821, 2 voll., in 12°, mezza pelle moderna, con titoli e fregi oro al dorso, pp. 215 [1 di colophon con nota dell’editore], pag al secondo volume 227[1 di colophon].
Prima edizione postuma, leggere fioriture, e minime pieghette di lettura ad alcune pagine, a pag. 27 del secondo tomo piccolo strappetto nel complesso un esemplare in condizioni più che buone. Discreta firma di antico possessore al frontespizzio del primo volume, non presente il ritratto del Porta.
La prima edizione postuma delle poesie di Carlo Porta (morto il 5 gennaio 1821) si deve alle cure dell’amico fraterno Tommaso Grossi: la nuova raccolta era costituita da cinquantasei componimenti, di cui quaranta già usciti nell’edizione del 1817. Tra gli inediti, vale la pena ricordare il Fraa Diodatt, La nomina del cappellan e La preghiera, ormai considerati capolavori della letteratura italiana. Al secondo volume interessante la presenza della comi-tragedia Giovanni Maria Visconti Duca di Milano, qui stampata per la prima volta, importante testimonianza del sodalizio letterario e ideologico tra Porta e Grossi. La raccolta si chiude con la sestina di Tommaso Grossi In morte di Carlo Porta, accorato ricordo dell’amico scomparso. Interessante la presenza del componimento in dialetto milanese sulla divina commedia di Dante.