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Libreria Antiquaria Britannico
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Marco Cominazzi Cenni sulla Fabbrica d'Armi in Gardone Valle Trompia artefice in quelle officine Brescia tip. la sentinella 1861 brossura ottocentesca, lieve ingiallimento della carta, pag. 24.
Volume che tratta le vicende dell'origine e sviluppo delle armi nel territorio della Valle Trompia. Dalla metà del XVI sec. Gardone, grazie anche alla protezione della Serenissima, riuscì a ritagliarsi il monopolio assoluto nella fabbricazione di armi, specializzandosi a tal punto da gestire processi produttivi complessi e richiamando nel suo distretto manodopera altamente specializzata. Una delle famiglie coinvolte in questa produzione di così largo successo tecnico e imprenditoriale fu proprio quella dell'autore, i Cominazzi (la cui dinastia vide come capostipite mastro Lazarino). Dal loro ingegno deriva il nome di un particolare modello di moschetto, detto "lazarina", in uso in tutta Europa sino all'era coloniale. Edizione rara.
M. Cominazzi (Gardone V.T., 26 dicembre 1803 - 2 dicembre 1877) Fu modesto ma valente armaiolo dell'Arsenale di Gardone di cui nel 1856 era capo reparto. Apprezzate soprattutto furono le armi da fuoco da lui fabbricate che ebbero ripetuti riconoscimenti dell'Istituto Lombardo di Scienze ed arti, dell'Esposizione di Monaco del 1856. Nel 1857 otteneva menzione onorevole per una pistola a sette canne mandata con altre armi all'Esposizione di Brescia. Fu anche patriota e ottimo cittadino. Ma fu anche appassionato raccoglitore di memorie archeologiche e storiche della Valtrompia che passarono di mano in mano in cinque volumi manoscritti donati da mons. Luigi Falsina a mons. Guerrini e da questi lasciati alla Biblioteca Queriniana. Dopo un altro salvataggio del genere, il 2 settembre 1859 salvò dal Mella a Inzino una bambina di quattro anni e ne ebbe una medaglia d'argento al merito filantropico "Carini" dell'Ateneo. Pubblicò: "Cenni sulla fabbrica d'armi" (Brescia, Venturini 1843 e poi Brescia 1861).