vendita e acquisto stampe e libri antichi
CATALOGHI PERSONALIZATI A RICHIESTA
VALUTAZIONI DI SINGOLI VOLUMI E INTERE COLLEZIONI
Libreria Antiquaria Britannico
Dott. Trivella Andrea
Piazza Cesare Battisti 8 Sarezzo (BS)
P.I.04401070984
Orari
Martedi - Sabato
09:30 - 12:00 / 15:30 - 19:00
Domenica-Lunedì chiuso
Email: libreriaantiquariabritannico@gmail.com
Telefono 3345976331
Giuseppe Gallia Un episodio bresciano del 1849 brescia presso tip. bersi e c. 1879, brossura editoriale titolo al dorso e in prima di copertina, pag. 94,(1) buone-ottime condizioni, piccolo foro lla base di pag. 70 non interessante il testo.
Il racconto narra un avvenimento avvenuto in Valletrompia dopo i moti delle X giornate.
(Ombriano di Marmentino, 7 ottobre 1810 - Brescia, 5 febbraio 1889). Di Bortolo e di Giulia Moro. Orfano del padre, medico a Marmentino e a Tavernole, a dodici anni provò la dura povertà nonostante la quale si dedicò agli studi prima a Chiari e poi nel Liceo di Brescia. Visse anche di lezioni private. Per sostenere la famiglia, finito il liceo, fu professore di umanità e retorica nel Collegio Veronesi, continuando gli studi con impegno indefesso e diuturno. A 22 anni venne nominato professore del Ginnasio di Cremona e poco dopo di quello di Brescia e subito si distinse per l'attività culturale tanto che Cesare Arici lo volle, il 22 gennaio 1832, come uditore all'Ateneo di cui, il 1 febbraio 1835, diviene socio onorario e il 14 agosto 1836, attivo . Nel 1837 venne nominato professore del liceo di Cremona, ma ammalatosi non potè accettare; succedette invece all'Arici nella cattedra al liceo di Brescia di storia universale e filologia latina ma per qualche tempo e contemporaneamente grazie alla sua versatilità, tenne anche quelle di matematica e fisica. Superata nel 1837 una gravissima malattia, si accasò con Romana de Maffeis. La guarigione venne salutata da un sonetto del prof. Innocenzo Fantoni. Dal 1842 fino al marzo 1848 diresse la "Gazzetta Provinciale" e cercò di pubblicare il più possibile atti ufficiali, poche notizie di cronaca e cittadine, niente sul governo e qualche articolo letterario o di varietà scientifica. Nel marzo 1848 si schierò per la fusione della Lombardia al Piemonte, dettando l'indirizzo a Carlo Alberto e raccogliendo con il conte Tartarino Caprioli le sottoscrizioni e ne ebbe poi noie fino al 1859. Nel 1849 si adoperò per la riapertura dell'Ateneo e fece poi parte della Commissione di censura. Morto il Nicolini nel 1855, il 18 dicembre gli succedette prima come segretario provvisorio e poi, dal 14 marzo 1860, come segretario effettivo. Come segretario si devono a lui diligenti sunti di relazioni accademiche e i primi necrologi a commemorazione, scritti con prosa accurata e misurata. Fu consigliere comunale, e a lungo fra i commissari del Consiglio scolastico e della Giunta di Vigilanza, della Commissione del Campo Santo e revisore delle epigrafi. Fu assiduo confratello e spesso presidente della Congrega Apostolica di carità. Fu inoltre socio corrispondente di varie accademiche fra cui l'Istituto Lombardo. Sulla casa nativa di Ombriano di Marmentino venne posta la seguente epigrafe: "Vanto ed esempio / Marmentino ricorda / che in questa casa / nacque addì 7 ottobre 1810 / Giuseppe Gallia / Surto tra i primi / per alto ingegno e specchiata virtù / M. in Brescia il 5 febbraio 1889 /. Venerato e rimpianto". All'Ateneo di Brescia è ricordato con un busto opera dello scultore Domenico Ghidoni. Compose in gioventù molte liriche sacre e profane particolarmente apprezzate, versi d'occasione, versioni da Orazio, Lamartine. Scrisse una tragedia ("Il rinnegato di Messina" o "I saraceni di Messina", 1842); un melodramma "Ettore"; un prospetto generale dell'Europa alla fine del sec. XV; studi sull'origine della lingua italiana ecc. Compose molte epigrafi. Pubblicò: "L'Ateneo di Brescia" in Brixia 1882, (Brescia 1882, p. 383-404); "Sonetto nelle solenni esequie del m. rev. sacerdote D. Francesco Cansini direttore dell'Oratorio di S. Filippo Neri in S. Tommaso di Brescia...". (Brescia, Tip. Gilberti, 1855); "L'angelo custode, Nelle nozze Cottinelli-Pelati" Brescia, Queriniana, 1909, in 8°); "La madre. Versi" (Brescia, 1842, in 8°); "Inno pel solenne scioglimento del voto dei Bresciani alle SS. Croci, nella calamità del Cholera" (Brescia, 1837 in 8°); "Canzone per le nozze di Antonio Molin colla nob. signora Paolina Monti" (Brescia, 1838, in 16°); "La donna Sciolti per le nozze del nob. Pietro Fenaroli con la nob. Ippolita Cigola" (Brescia, Tip. della Minerva, 1843); "Ode" in "Componimenti... nelle esequie di G. M. Nava, vescovo..." (Brescia, 1831, in 8°); "Versi nel giorno onomastico del Bar. Girolamo Monti" (Brescia, Tip. Minerva, 1839, in 12°); "Biografia del gen. Teodoro Lechi" (Brescia, Apollonio, 1867, in 4° gr.); "Filippo Ugoni. Ricordo" (Brescia, Apollonio, 1877); "Episodio bresciano del 1849" (Brescia, Bersi, 1879); "22 giugno 1906. A Maria Gallia per la sua prima comunione. Versi (Brescia, Queriniana, 1906 in 16°); "Osservazioni allo scritto sul dialetto del Friuli di A. Gartani" pubblicate nel 1863 in "Il Borghini" diretto da Pietro Danfani; "Il camposanto di Brescia" (Brescia, Apollonio, 1877, in 16°); "Lo scultore G.B. Lombardi" (Brescia, Tip. Apollonio, 1881, in 8°); "Renica Giovanni. Ricordo funebre" (Brescia, 1884, in 8°); "Di Giuseppe Nicolini bresciano, discorso" (Brescia, Apollonio, 1866); "Cenni necrologici di Giuseppe Zuradelli, Luigi Carboni, Giovanni Arrivabene" (Brescia, Apollonio, 1881, in 8°); "Le odi di Anacreonte tradotto da G.G." (Brescia, Crestiani, 1830, in 24°). Nei commentari dell'Ateneo di Brescia, pubblicò: "Saggio di poesie liriche e di traduzioni di Orazio e di Lamartine" (1834, p. 182); "Liriche" (1835, p. 130); "Alle Beata Vergine delle Consolazioni, canzone" (1839, p. 138); "I Saraceni a Messina" Tragedia lirica (1842, p. 148); Carme intitolato "La Donna". Canzone alla B. V. delle Consolazioni, altra a S. Giuseppe" (1843, p. 194); "A Nostra Donna delle Consolazioni. Canzone" (1847, p. 136); Relazioni accademiche: 1852-57; 1862-64; 1868-69; 1874; 1876; 1858-61; 1865-67; 1870-73; 1875; 1877. I suoi due drammi "Eufemio di Messina" ed "Ettore Fieramosca" vennero musicati rispettivamente dal maestro Giovanni Lodrini e dal maestro Costantino Quaranta. La tragedia lirica "I Saraceni in Messina" racconta le gesta di Eufemio, in odio a Teodato, Governatore di Messina per l'imperatore greco Michele II, che gli ha ricusato le nozze della figlia Selene, rifugiatasi in convento.