Specchio Et Disciplina Militare del Sig.Francesco Di Valdes trad. da Gio.Paolo Gallucci salodiano 1626 (Garda- Brescia)

Specchio Et Disciplina Militare del Sig.Francesco Di Valdes Maestro di Campo nel quale si tratta dell'officio del sargente maggiore. Nuovamente tradotto dalla lingua spagnuola nella italiana, da Gio. Paolo Gallucci salodiano, accademico veneto. Con vn dialogo dell'istesso intorno al formare vno squadrone di gente, et di terreno. Opera non solo necessaria ai sargenti maggiori & a qualunque commanda nella guerra, ma ad ogni soldato che desideri tosto salire a' sopremi gradi della militia, con suo sommo honore & vtile. Opera pubblicata in Venetia appresso Evangelista Duchino 1626.
Volume in 8°, legatura in piena pelle XX sec. piatti riquadrati a secco, dorso con 4 nervi e nome dell’autore in oro al dorso, bei capilettera xilografici nel volume, pag. 16n.n, 77, volume rifilato al taglio delle pagine superiore, ma ciò non comporta perdita di testo, presenti nella sezione a cura di Gallucci 3 xilografie schematiche che mostrano l’uso dello gnomone, e come disporre le truppe. Complessivamente volume in buone condizioni generali.
Edizione italiana sulla prima edita nel 1586, scritto in forma di dialogo, lo Specchio descrive i numerosi doveri del sergente maggiore al comando di un reggimento durante la marcia, lo squartamento e il combattimento. Vengono offerti anche molti consigli sulle tattiche e sulla disciplina militari. In un passaggio sulle eccezionali campagne militari, la figura di Hernán Cortés è elogiata per aver conquistato l'impero azteco e sconfitto Montezuma con meno di mille soldati. Valdés prestò servizio come sergente maggiore nel celebre "Terzo Vecchio di Lombardia", guidato da Sancho de Londoño, che si distinse nella campagna delle Fiandre (1567-1573) sotto il comando del duca d'Alba. Valdés fu gravemente ferito durante l'assedio di Mons nel 1572, perdendo un braccio. Questo lavoro è stato originariamente scritto come supplemento al "Discorso sulla via per ridurre la disciplina militare" di Londoño (1586) e le due opere furono inizialmente pubblicate insieme a Bruxelles nel 1586. La traduzione è opera dell’astronomo salodiano Giovanni Paolo Gallucci (1538-1621) che vi aggiunge un suo scritto in forma di dialogo con il capitano G. Francesco Segala, nel quale tratta l’uso dello gnomone a fini militari e come disporre le truppe.