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Libreria Antiquaria Britannico

Dott. Trivella Andrea

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Iuvenalis Decimus Iunius commentari Ioan. Britannici ( Giovanni Britannico) in Brescia per Angelo e Iacopo Britannico fratribus 1501. In folio, legatura in piena pergamena rigida con titolo al dorso manoscritto ma lievemente sbiadito, lieve usura alla cerniera della cuffia suoeriore, Carte [6], CXXXVIII, lievi gore d'acqua marginali tendono a ingrandirsi nelle ultime carte del volume, svariati piccoli forellini di tarlo nel testo che non ne compromettono la lettura,  angoli esterni delle ultime sei carte restaurati, complessivamente opera in buone condizioni. Prima rara edizione con il commento di Giovanni Britannico. Cfr. Adams J-749; Graesse III, 518. Al termine dell'opera, sono presenti 2 carte   manoscritte coeve all'opera. 

Giovanni Britannico (Palazzolo, 1438 ? - Brescia 1518 o 1519). Figlio maggiore di Antonio Britannico. Studiò a Padova dove lo troviamo nel 1470 - 1471 ma è incerto se vi si laureò. Trasferitosi a Brescia si dedicò all'insegnamento di grammatica e rettorica in "canton dei prati" e poi alla Tipografia. Tra le opere da lui pubblicate le "Satire" di Persio (I ed. Gabriele di Pietro, 1481) dedicata al Senato e al popolo; "Achilleis", di Stazio (I ed. per i tipi del fratello Jacopo, 1485) che gli meritarono premi e privilegi da parte del Consiglio Generale. Commentò poi le "Satire" di Giovenale (1485) e le "Opere di Orazio" (1516). Nel 1496 illustrò Plinio. Scrisse Epistole e Orazioni. Le sue opere furono stampate oltre che a Brescia a Venezia, Milano Basilea, Amsterdam, Augsburg Utrecht, Lione, Parigi, ecc. e del solo commento di Giovenale furono stampate ben 20 mila copie, cifra astronomica a quei tempi. Le edizioni di Persio e Giovenale da lui curate furono preferite a quelle di umanisti famosi per tutto il sec. XVI. Molto conosciute anche in Germania furono le sue "Regulae Gramaticales" di cui perduta l'edizione del 1493 si conosce quella del 1490. Ebbe come scolari Gabriele Emo, Giovan Francesco Quinzano Stoa e i fratelli domenicani Gregorio e Benedetto. A lui A.Fava riconosce una disposizione critica non preconcetta, la tendenza a mettere in luce i meriti altrui, un'alta coscienza morale, e la predilezione per scrittori come Persio e Giovenale di alto intendimento etico. Per i suoi meriti, il 29 novembre 1518 il Consiglio Generale di Brescia, conferiva a lui e discendenti, accogliendo una sua supplica, l'ammissione alle cariche pubbliche. (rif. enc. bresciana vol1. pag. 289).

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