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Libreria Antiquaria Britannico

Dott. Trivella Andrea

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Stigliani Tommaso Dello Occhiale opera difensiva del cavalier Fr. Tomaso Stigliani scritta in risposta al cavalier Gio. Battista Marini, Venetia appresso Pietro Carampello, 1627, pag. 520, volume  in 24° legatura coeva in piena pergamena, piccolo foro e strappetto  al frontespizio e a pag 255, note a pennino in seconda e terza di copertina, e ad alcune pagine, complessivamente buone-ottime condizioni generali. L’autore riprende un gioco erudito su uno strumento ottico di non recente invenzione ma ancora poco diffuso, utilizzando la satira del occhiale per investigare e scoprire gli errori (funge da consiglio al cavalier Marino che non vedendo errori ritenuti lampanti ha bisogno di essere aiutato per vedere le proprie scorrettezze, consiglio che poi i sostenitori del Marino rovesceranno nei confronti di Stigliani in forme più o meno grevi). Prima edizione.  Stigliani, Tommaso, nato a Matera nel 1573, morto a Roma nel 1651. Si recò giovinetto a Napoli, dove conobbe G. B. Marino e probabilmente il Tasso; passato a Milano, vi pubblicò nel 1600 un poemetto pastorale, Polifemo; l'anno dopo, a Venezia, diede in luce la prima parte delle sue rime. Fu poi alla corte di Carlo Emanuele I e in quella di Ranuccio Farnese a Parma, dove, nel 1605, riunì e ampliò le rime giovanili in un Canzoniere, che fu messo all'indice per l'indecenza di alcuni indovinelli. Intanto attendeva al poema Il mondo nuovo, dal quale sperava la gloria; ma le allusioni al Marino, contenute nel c. XVI, provocarono fra i due poeti una clamorosa rottura: il Marino tentò addirittura d'impedire la stampa del poema e di farne sopprimere le copie. Altra violenta contesa ebbe lo S. con Enrico Caterino Davila, che, provocato, lo ferì gravemente di spada. Divenuto il principale rappresentante dell'antimarinismo, avversato da accademie e da letterati, dovette lasciare Parma e rifugiarsi a Roma; e qui ebbe protezione da Virginio Cesarini, da Scipione Borghese e, negli ultimi duri anni, dal principe Pompeo Colonna. Lo S., ammiratore del Petrarca e degli antichi, è fra i rappresentanti più cospicui della corrente antimarinista, e ha nella polemica contro l'Adone del Marino un posto notevole col suo famoso libretto, L'occhiale (1627), in cui mosse a quel poema censure generali e particolari non tutte prive di fondamento.

 

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