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Libreria Antiquaria Britannico

Dott. Trivella Andrea

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Poesie J. Rodolfo Wilcock Adelphi 1980, brossura ed. in cartoncino, copia autografa "" Ciossasco 4 III 1996" , in antiporta presente timb. ex. collezione Duganera, complessivamente buone condizioni generali vedesi immagini. Quando, nel 1958, Rodolfo Wilcock si stabilì in Italia, aveva già pubblicato a Buenos Aires sei raccolte di liriche e vi era noto come un giovane scrittore della cerchia di J.L. Borges. Allora, in brevissimo giro di tempo, Wilcock cambiò insieme lingua e pelle: e riapparve come un poeta che immetteva nella lirica italiana un inaudito timbro agrodolce, una maestria alessandrina, una capacità di sprezzatura tale da spingerlo una volta «letti tutti i libri» a tentare le rime più antiche, più elementari, più proibite. Come Kavafis, come Penna, Wilcock è stato uno dei rari poeti moderni che abbiano saputo comporre un canzoniere d amore (si veda lo stupendo Epitalamio o l Italienisches Liederbuch). Come il suo maestro Borges, Wilcock ha talvolta scelto di enunciare in versi i più acuminati aforismi, così reinventando una sua poesia gnomica. Letta oggi in questo volume, che la comprende in tutto l arco, da Luoghi comuni (1961) sino a un gruppo di limpide poesie postume (e con l aggiunta di una scelta dalle Poesie spagnole), l opera poetica di Wilcock in italiano apparirà come la zona più segreta e felice di una multiforme attività di scrittore: appartata, fuori da ogni linea , naturalmente elegante, alleggerita da sempre di ogni zavorra ideologica (l amato Wittgenstein serviva a Wilcock come barriera contro la banalità mentale), essa testimonia di una rara sapienza letteraria e di una ancor più rara saggezza psicologica, quella che «non è un dono degli anni / bensì una qualità aristotelica / che si ha o non si ha fin dalla nascita, / un equilibrio fra il fattibile e l impossibile, / una conoscenza previa alla conoscenza». Ed era appunto quella saggezza che permetteva a Wilcock, sempre parlando con le sue parole, una «gioiosa e melanconica accettazione / dell umana effimera fantastichezza»

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