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Libreria Antiquaria Britannico

Dott. Trivella Andrea

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Luigi Lombardi Via Prudenzini Breno Valle Camonica  Mostra Darfo 2001 n° 106 pag. 179, dimensioni 45x36cm  con cornice 58,5x49,5 cm olio su tela.
Luigi Lombardi (S. Bartolomeo di Brescia, 15 settembre 1853 - Darfo, 23 giugno 1940). Di Andrea, muratore capomastro, e di Ottavia Carrera, cucitrice; primo di sei fratelli. Frequenta la Civica Scuola di disegno sotto la guida di Luigi Campini, condiscepolo di Francesco Filippini, col quale stringe viva e duratura amicizia. Vincitore nel 1873 di un sussidio biennale del Legato Brozzoni. Nell'agosto 1875 all'esposizione dei saggi scolastici si segnala per "i progressi realizzati in così breve tempo" e il 20 ottobre ottiene la conferma del sussidio che si ripete nel dicembre 1879 e nell'anno 1881 con condivisione con il Bertolotti. Nel 1876 pur cedendo il primo posto al Filippini in "virtù d'arte e di amicizia" il Comune di Brescia riconosce anche a lui un sussidio di poco inferiore a quello dell'amico. Ciò gli consente di frequentare la Reale Accademia delle Belle Arti di Milano. Qui è allievo di Giuseppe Bertini e vince nel 1876 e nel 1877 due medaglie d'argento per il paesaggio. A Milano è in collegamento con Ghidori, Bazzaro, Pelizza di Volpedo e specialmente Gignous che lo guida al suo perfezionarsi nel paesaggio. Superata nel 1878 - 1879 una lunga malattia, nel settembre 1879 è presente all'Esposizione artistica bresciana di palazzo Bargnano dove è molto apprezzato "Nel mio orto" che pur disorienta il pubblico. Come ha scritto Riccardo Lonati: la visione pittorica del giovane nostro si alimenta alla smania di comprendere la gradazione dei toni, "di riprodurre esattamente le impressioni stampate sulla retina. Il verde pergolato subisce mille variazioni, sopra alcune foglie i raggi scivolano emanando luce argentina": e variare di masse erbose insegue, d'un verde cupo, e indefinite vibrazioni fuggevoli che danno alla tela composta a tratti distesi l'effetto di pezzettini di stoffa messi insieme come in un affascinante collàge. Nel 1882 vince la pensione triennale di primo grado del Legato Brozzoni che gli dà la possibilità di visitare la Francia e Parigi, di soggiornare alcuni mesi a Porto Maurizio e a Oneglia, dove lavora con una intensità che meraviglia. È di questo periodo la tela "Angolo di fabbricato con portichetto" nella Pinacoteca Tosio - Martinengo. Sempre dal Legato Brozzoni ha pensione biennale di perfezionamento. Nell'aprile 1887 è fra i promotori di un Circolo artistico cittadino. Nell'agosto è presente alla Esposizione di "Arte in famiglia". Poco dopo partecipa all'Esposizione di Brera. Uno dei lavori esposti: "Spiaggia con olivi" viene acquistato dal marchese Guglielmo Dorice. Nel 1890 all'Esposizione di Arte in famiglia un suo quadro con effetto di neve in montagna è apprezzato come "sincero e raffinato". Nel 1891 sposa la maestra Irene Guarnieri di Cignano che gli sarà compagna fedele per tutta la vita e fissa lo studio in via S. Chiara. Anche se il successo sembra abbandonarlo, continua a lavorare. Nel 1892 cita davanti al pretore i centoventisei soci del Circolo artistico perchè non rispettosi delle clausole sottoscritte nel 1887 quando, emettendo le obbligazioni da cinquanta lire per formare il capitale sociale, si erano impegnati a restituire il deposito entro cinque anni. Ciò non essendo avvenuto, il pittore non esita a reclamare il rimborso della somma versata. Superata la controversia nell'agosto 1893 espone alla collettiva dello stesso circolo e nello stesso anno è presente a Milano ad una esposizione di acquerelli con un «Paesaggio invernale». Non molto apprezzata è la sua presenza alla Esposizione d'Arte Moderna nel settembre 1898, per le feste del Moretto; significativo successo ottiene la presenza a Milano alla Società di Belle Arti nel 1900 con una "Nevicata". Gli insuccessi e altre difficoltà lo spingono il 19 agosto 1901 a trasferirsi a Darfo dove la moglie fa la maestra ed egli tiene una drogheria, commercia semi da bachi ed esercita anche, in qualche modo, la fotografia. Tuttavia il piccolo appartamento di due locali è stipato di quadri suoi e di altri (Filippini, Bezzi, Gignons ecc.) a dimostrare che la pittura non l'ha abbandonato. Quando torna a Brescia frequenta la "Trattoria della Pace" in piazzetta del Vescovado. Rare le sue presenze in esposizioni fra cui quella del paesaggio italiano tenuta nell'inverno 1920-1921 a Villa Alba di Gardone Riv. Morendo lascia numerose opere. Oltre alle citate si possono ricordare quelle conservate nella Pinacoteca Tosio Martinengo: «Contadino seduto con cesto rovesciato», «Tabernacolo nel bosco», «Portone rustico e contadinella», «Angolo di fabbricato rustico», «Strada di paese», «Al cimitero» e «Case sul lago» selezionato per la "Mostra dei pittori dell'Ottocento bresciano" ordinata nel 1956 ed esposto accanto a «Inverno sul lago», «Primavere», «Notturno», «Case», «Capodiponte sotto la pioggia», «Paese d'inverno», «Prato», «Porto a Malcesine», «Nevicata» ora sparsi in abitazioni del Bresciano. Bianca Spataro lo ha definito il più vicino al Filippini «dotato forse di maggior sensibilità dei suoi coetanei, diede opere vibranti, dal nitore traslucido, in cui il paesaggio, visto nella sua realtà decorativa e reso con l'abbondanza di verdi e di bruni tipica del gusto lombardo bresciano, esprime una commozione rude ed una ricerca severa. Fra i suoi paesaggi si distinguono «Capodiponte sotto la pioggia» e «Paese d'inverno», entrambi a Brescia in raccolte private».
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