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Libreria Antiquaria Britannico

Dott. Trivella Andrea

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Myricae di Giovanni Pascoli a cura di G. Nava Salerno ed. 1978 edizione in 999 esemp. (n. 889), brossura ed. in 8°, pag. buone condizioni generali vedesi immagini. Apparsa nel 1891, la raccolta poetica delle pascoliane Myricae è andata via via accrescendosi, dagli iniziali 21 componimenti ai 150 dell'edizione definitiva del 1903. Parallelamente a questo incremento quantitativo, le Myricae sono state sottoposte a una progressiva rielaborazione formale che ha portato il Pascoli a modificare talvolta anche profondamente il testo delle sue poesie, in qualche caso a riscriverle ex novo. Di questo lungo e complesso labor limae, tuttavia, che testimonia il faticoso e sofferto accostamento dell'autore a una forma più matura e vicina al suo sentimento poetico, restavano del tutto all'oscuro i lettori delle edizioni correnti della raccolta pascoliana, e gli stessi specialisti, fino a quando nel 1974 Giuseppe Nava, attualmente ordinario di Letteratura italiana nell'Università di Siena, non presentava in due volumi, nella serie di «Autori classici» pubblicata dall'Accademia della Crusca, l'edizione critica delle Myricae, nella quale il lungo itinerario creativo del Pascoli veniva puntualmente ricostruito non soltanto attraverso le stampe, ma soprattutto attraverso un esame dei manoscritti e degli appunti autografi, fortunatamente conservati. La pubblicazione di quel libro fu salutata come una data fondamentale nella storia della critica pascoliana. Ma il lavoro si rivolgeva esclusivamente agli specialisti, agli "addetti ai lavori". Nel 1978, lo stesso Nava, riprendendo e portando avanti il suo lavoro, presentava, nella collana «Testi e documenti di letteratura e di lingua» della Salerno Editrice, una nuova edizione, commentata, delle Myricae nella quale non soltanto era riproposto il testo critico della Crusca, ma questo veniva corredato di un amplissimo commento, del tutto nuovo, in cui le varianti significative dell'opera del poeta romagnolo erano discusse in rapporto al testo definitivo, e soprattutto in rapporto alle "fonti" dell'ispirazione del Pascoli: un'indagine originalissima, che ha aperto un orizzonte per molti versi sconosciuto e imprevedibile alla critica pascoliana.

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