Il Decameron di Messer Giovanni Boccaccio tratto dall’ottimo testo scritto da Fran. D’Amaretto Mannelli sull’originale dell’autore 1761

Il Decameron di Messer Giovanni Boccaccio tratto dall’ottimo testo scritto da Fran. D’Amaretto Mannelli sull’originale dell’autore 1761, legatura in piena pelle con fregi in oro e a secco ai piatti, dorso a 5 nervi in 4°, pag. XXXVI, 373 con giglio giuntino e la data al verso dell'ultima pag; presente un ritratto inc. in antiporta di Boccaccio, un ritratto inciso del Mannelli,  un albero genealogico della famiglia Mannelli e tav. con facsimile di pag. del manoscritto originale, lieve brunitura ad alcune pagine, complessivamente buone-ottime condizioni generali vedesi immagini. Edizione molto stimata, pubblicata da Pier Antonio Guadagni, Angelo Maria Bandini e forse Giovanni Bottari, citata dagli Accademici della Crusca e lodata anche da Foscolo; essa trascrive il celebre codice Mannelli (il quale lo aveva steso nel 1384, nove anni dopo la morte del poeta, suo amico) e si basa anche sull'edizione ''Ventisettana'', le cui varianti sono riportate a pié di pagina, e su quella del 1573. Rif. Bacchi della Lega, pag. 51-52: "Questa celebre edizione, curata dal Guadagni e dal Bandini, si eseguì in Lucca coi torchi di Jacopo Giusti, e credesi per conto dello stampatore Cambiagi di Firenze. Fu assai male impressa, ma si raccomanda per la legittimità del testo. Le varianti della edizione ventisettana sono collocate a piè di pagina, dalle quali si viene in chiaro, ch'essa non è poi un miracolo di diligenza come fino allora si reputava"- Gamba, 187: "Stimatissima edizione" Choix II, 2898.